domenica 6 gennaio 2013

1° Report Gennaio 2013

Commento sintetico della settimana di consuntivo

"L'epifania tutte le feste porta via" e così riprendiamo con uno sguardo su quanto accaduto in queste due ultime settimane dell' anno.
Tutti i mercati finanziari hanno continuato i rialzi partiti nel mese di novembre, che si erano temporaneamente arrestati poco prima della fine del 2012.

L'accordo sul Fiscal Cliff, arrivato il 31 Dicembre 2012, nelle ultime ore utili prima della sua entrata in vigore, ha ridato slancio alle quotazioni dei listini sia europei che d'oltre oceano e a questa ventata di ottimismo non si sono sottratti nemmeno i listini asiatici.

Questi ultimi, per altro, erano già meglio impostati, in particolar modo il Nikkei della borsa di Tokio.

Il nuovo premier giapponese, Shinzo Abe, aveva dichiarato di sostenere ad ogni costo l'economia del Paese, con il suo braccio operativo, la Banca del Giappone e di fare un uso massiccio di politiche monetarie non convenzionali .

Anche Pechino, ha annunciato stimoli economici e monetari, quindi lo yuan ha smesso di apprezzarsi e la borsa di Shanghai ha recuperato in un mese il 13% Si può certamente dire che l'andamento delle principali borse si profila più condizionato dall'invadenza delle politiche monetarie che dai temi dell'economia reale, come già accaduto nel 2012.

Comunque c'è già chi dice che l'accordo raggiunto negli Stati Uniti tra democratici e repubblicani per evitare il baratro fiscale non si sufficiente in quanto il problema fondamentale è la scarsa crescita dell' economia , anche quella USA.

Altra notizia importante arrivata questa settimana, precisamente giovedì sera la pubblicazione della minute della Federal Reserve relativamente ad uno stop sulle operazione del Quantitative easing.

La metà dei banchieri del Federal open Market Comitee (Fomc) hanno dichiarato che "sarebbe probabilmente appropriato rallentare o fermare del tutto» gli acquisti di asset verso metà 2013."

Per ora, il più penalizzato da questa dichiarazione sembra essere l'oro in quanto il suo maggiore sostegno lo ha trovato nello stimolo delle banche centrali.

La pronta reazione è avvenuta proprio giovedì, seguito da un secondo calo più netto e le quotazioni sono scivolate fino a 1.627,01 dollari l'oncia sul mercato spot londinese, il minimo dal 21 agosto.

E' così la sesta settimana consecutiva di ribassi ed anche alcune banche d'affari cominciano a rivedere le previsione sui prezzi rispetto a quanto dichiarato nei sei mesi precedenti.

L'euro si è trovato sul finire del 2012 ai massimi sul dollaro dal maggio scorso e al massimo sullo yen dal giugno 2011 e sembra incredibile visto che la maggior parte dei paesi dell'Eurozona sono nel bel mezzo della peggior recessione dal Dopoguerra.

Paesi come Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia oltre ad aver avuto una caduta della produzione industriale si trovano a dover sostenere il costo del denaro ben 5 volte più alto dei paesi più virtuosi come al Germania.

Un costo molto più alto anche degli Stati Uniti o del Giappone.

Sul fronte interno, cioè guardando casa nostra, la cosa più importante è stato l'abbassamento dello spreads che in questa settimana è tornato sotto i 270 punti base, insomma livelli più accettabili, ma si capisce da tutto l'escursus che l'innalzamento o l'abbassamento dello spreads non sono certo dovuti a politiche interne, come invece si vuol far credere.

La frase pronunciata dal Presidente della Bce Mario Draghi in cui dichiarava di essere pronto «a fare qualunque cosa necessaria» per salvare l'unione monetaria oltre ai passi in avanti fatti dalla politica con un maggior coordinamento tra gli Stati sul fronte dei bilanci e una unica supervisione bancaria, sono stati fondamentali .
Il via lo ha dato la Bce, attraverso le operazioni Long Term refinancing (LTRO), seguite poi da gruppi d'investimento come Pacific Investment Management (che gestisce il più grande fondo di titoli sovrani al mondo) e Blackrock (numero uno mondiale della gestione con asset per 3.700 miliardi di dollari) tornati entrambi a comprare titoli italiani e spagnoli.

Insomma c'è da dire che avessimo gli Stati Uniti d'Europa le cose sarebbero veramente differenti da ora.

Per quanto riguarda il valore di un altra commodity molto importante cioè il petrolio, è in rialzo sulla scia della positività delle borse azionarie.

Terminiamo  con uno sguardo sul valore  bund  tedesco che ha ritracciato rispetto alla scorsa settimana, ma che rimane sempre nella fascia alta ei prezzi. Solo una discesa sotto 142 potrebbe far intravedere una discesa.


Euro dollaro giornaliero

Il cambio euro dollaro dopo aver toccato quota 1,33 ha cominciato a ritracciare e sembra essere stata proprio l'uscita della minute della FOMC che ha portato ad un apprezzamento del dollaro su euro sino ad arrivare alla chiusura di venerdì a 1,3079.

La strada sembra aperta per il supporto posto in area  1,29,da cui potrebbe ripartire l'attacco per i massimi di periodo. Attualmente i przzi sono sotta trend line che teneva da supporto il cambio e che partiva dal minimo del 13 Novembre 2012.

Il superamento a rialzo di 1,31 potrebbe riportare velocemente le quotazioni a rivedere i massimi di periodo.


Chiusure mercati
Dax---------------7.636------(+0,25%)
Cac --------------3.730------(+1,80%)
Dow Jones-----13.432------(+1,95%)
SP500-------------1.465------(+2,70%)
Ftse Mib---------16.959------(+3,85%)
Nasdaq 100-------2.724------(+2,31%)
Euro dollaro-----1,3202------(-0,89%)
Oro----------------1.658$-----(0,000%)
Petrolio---------93,25 $------(+4,75%)
Nikkei----------10.775-------(+6,30%)
Hang Seng-------23.331-----(+3,75%)

SP 500 giornaliero

L'indice azionario americano si trova ad un passo dal top del 14 settembre 2012 e la spinta è giunta con i dati comunicati dal Dipartimento del lavoro Usa : a dicembre 155.000 posti di lavoro, con tasso di disoccupazione resta fermo al 7,8%.

Da un punto di vista grafico il doppio massimo induce prudenza perché sul breve potrebbe esserci un ritorno delle quotazioni indietro.

A ribasso il primo supporto è in area 1.450 punti.

 Viceversa i superamento di 1.475 punti apre la strada per ulteriori rialzi.
Dax giornaliero

L'indice di Francoforte ha già superato i massimi dello scorso anno e punta verso la quota psicologica degli 8.000 punti.

A ribasso un supporto importante si trova a 7570 punti, ma per avere una inversione di tendenza solo la rottura a ribasso dei 7.000 punti .
Ftse Mib giornaliero

L'indice italiano in questa ultima settimana si è notevolmente rafforzato.

Quota 17.000 sembra oramai raggiungibile con una certa facilità.

La chiusura settimanale è molto a ridosso di tale livello che corrisponde anche al massimo 17 7 ottobre 2011 e il 20 marzo 2012, qui ci troveremmo alla formazione di un triplo massimo.

Questa resistenza è molto importante perché se rotta proietterebbe l'indice verso i 17.500 punti.

Viceversa a ribasso il supporto importante da non rompere è quello posto in area 15.780 punti.

Calendario degli eventi macroeconomici della settimana in corso http://online.wsj.com/mdc/public/page/2_3063-globalEconomicCalendar.html

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